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sabato 2 giugno 2007

The Intern in the Sky (chapter two)

Non so perche' pensavo a tutte ste cose davanti allo specchio. Forse perche' non c'avevo davvero un cazzo di voglia di farmi la barba.

Dovrei pure tagliarmi i capelli, pensavo. Sembro Allen Ginsberg tra un po'. E poi il dottor Grossi ogni giorno mi rompe il cazzo con sta storia della barba e dei capelli. "Tagliati sti capelli che sembri Allen Ginsberg e raditi che siamo in ufficio, non al bar!". Sta storia che siamo in ufficio e' una stronzata. Manco ci fosse sto via-vai di gente in ufficio. Al massimo passa il postino a lasciare la posta. E la gente al telefono mica lo sa che ho una cazzo di barba incolta. Al telefono riesco pure a parlare come un ragazzo per bene, sbarbato e pettinato, se mi impegno. Il trucco e' assumere un tono da ragazzo per bene. Basta dire "Certo, glielo passo subito" come se al mondo non ci fosse nulla di piu' eccitante che passare le telefonate al dottor Grossi.

Se mi rado pero' posso lasciar crescere i capelli ancora un po'. E poi ora col caldo sta cazzo di barba inizia pure a darmi fastidio. Mi prude. Mi fa sudare. E poi stase devo pure uscire con sta tipa, Anna. E' meglio che mi rada. Devo proprio radermi. Non ho alternative. Cerco sempre di arrivare ad un punto in cui non ho alternative. E' pu' facile scegliere, a quel punto.

Il telefono. Merda, ho le mani piene di shiuma. Non c'e' un cazzo da fare, il telefono squilla sempre nei momenti piu' sbatti. Bisogna rassegnarsi. A volte quando aspetto una telefonata, mi insapono apposta le mani, per far squillar il telefono. Ma non funziona mai. Non puoi fottere la sfiga. La sfiga lo sa che stai aspettando una telefonata. La sfiga non si fa fottere, mai. E allora me ne sbatto della schiuma sulle mani e rispondo lo stesso. Solo cosi' puoi fottere la sfiga, te ne devi sbattere il cazzo.

Era Anna: "Ciao Gio come va?". Mi chiamo Patroclo in realta, ma mi presento a tutti come Gio. Patroclo mi fa cagare. Che cazzo di nome e' Patroclo? E' che i miei son tutti presi bene con gli antichi greci e ste cose qui. Cioe' prima di andare a dormire si leggono l'Iliade e l'Odissea. In greco antico. E cosi' mi han chiamato Patroclo. Mica Achille. No, Partoclo. Che poi pare pure che fosse frocio sto Partoclo. Boh, non che me ne feghi piu' di tanto poi, ma preferisco farmi chiamare Gio. E' anche piu' veloce da dire.

"Ciao Anna! tutto bene?" Abbiamo appuntamento tra due ore.

"Senti Gio, per stasera..." Gia' dal tono si capisce che mi sta rimbalzando. "non mi sento troppo bene...".

"Ah ok, dai ci sentiamo nei prossimi giorni, ciao". Non la sentiro' piu', gia' lo so. Se una tipa mi rimbalza al primo appuntamento, non insisto. Stronza, peggio per lei. Non che me ne freghi molto di lei in particolare. L'ho vista una volta sola e probabilmente ero ubriaco. Ma se una tipa mi rimbalza la prendo sempre sul personale. E' come se implicitamente mi stesse dicendo: "Col cazzo che ci voglio uscire con te, sei un minchione". Ma non ha il coraggio di dirmelo in faccia. Mi potrei innamorare istantaneamente di una tipa che me lo dice in facca "Col cazzo che ci voglio uscire con te, sei un minchione".

G.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Col cazzo che voglio uscire con te, sei un minchione!

e pure frocio, visto che ora ti innamorerai di me

cmq, riguardo al chapter n# 1: prova, alla tua ancora tenera età, a farti la barba col rasoio elettrico, poi mi racconti... :-D

gustavo ha detto...

ue chinaski allora ci vediamo all'ippodromo per una scommessina:D?