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venerdì 1 giugno 2007

The Intern in the Sky (chapter one)

Dovrei farmi la barba. Non c'ho mai un cazzo di voglia di farmi la barba. E piu' la barba cresce, piu' la voglia mi scende. Non c'ho mai voglia di andare in bagno, cospargermi la faccia con quell'odiosa schiuma carnevalesca. E poi iniziare a passare il rasoio sotto il naso, sulle guance, sul mento e poi sotto il mento. Una volta. E poi un'altra. E poi contropelo per sradicare i peli piu' ostinati. La cosa che odio di piu' e' in realta' togliere i peli dalla lametta, ogni due per tre. Insopportabile. Dovrei comprarmi un rasoio elettrico. Me lo dico spesso, ma non lo faccio mai. Non faccio quasi mai quello che mi dico. Non c'ho mai voglia. Non c'ho mai voglia di fare un cazzo. Tranne che giocare a pallone. Giocherei a pallone dalla mattina alla sera. Anche fumare e bere birra non e' male, se non fosse che poi esagero e al mattino vorrei morire. Le prime due sveglie neanche le sento. La terza sveglia invece di solito mi sveglia. Non so come mai. Nel senso, se mi sveglio sempre alla terza sveglia, potrei benissimo puntare soltanto quella. Non c'ho mai provato, ma non penso funzionerebbe.

Lavoro in questo cazzo di ufficio. Cioe' non e' che proprio lavoro. Faccio una merda di stage. Che poi vuol dire che lavoro, ma gratis. E non solo, faccio pure le cose piu' noiose di tutto l'ufficio. Per imparare. Si impara un casino facendo uno stage. Ho imparato a fare le fotocopie rimpicciolite, a mandare i fax, a rompere gli scatoloni vuoti. Ho invece ancora qualche problema a rispondere al telefono. Cioe' piu' che altro ho problemi a passare le telefonate ai capi. Mi confondo con i nomi, schiaccio i tasti sbagliati. Poi sono pure daltonico. Non tanto, ma quanto basta per non poter fare il centralinista. Ste cazzo di lucine lampeggianti, non so mai se sono verdi o rosse. Ogni tanto appendo il telefono in faccia a qualche stronzo solo perche' faccio casino con ste cazzo di lucine lampeggianti. Cazzi loro...

Al mattino dovrei essere in ufficio alle nove. Si, figurati. Una volta su due sono in ritardo. Che poi tutti i capi arrivano dopo le novemmezza, quindi manco se ne accorgono. Ma ogni tanto il dottor Grossi arriva prima delle nove. Secondo me lo fa apposta, per controllare se gli stagisti sono in ritardo. E ogni volta che mi becca in ritardo si prende malissimo. Avra' minacciato di licenziarmi almeno mille volte. "Mi detragga tutti i ritardi dallo stipendio", gli ho detto una volta. Ironizzavo sul fatto che neanche mi pagano. Non la prese molto bene quella volta. Non ha un gran senso dell'umorismo il dottor Grossi, soprattuto di prima mattina. Ha iniziato ad urlarmi addosso come un pazzo. Io manco lo ascoltavo. Cercavo di ricordarmi com'e' che avevo quel cazzo di mal di testa. Mi sa che avevo bevuto troppo whiskey la sera prima, ma non riuscivo a ricordarmi in quale bar fossi andato. Avevo anche un po' di nausea a dirla tutta, e mi immaginavo la faccia del dottor Grossi se all'improvviso gli avessi vomitato addosso. Sarebbe stato divertente, pensavo.

Guardamilano

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