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martedì 20 febbraio 2007

Ancora sull'ONU

DIAMO UN NOME ALLE COSE
L’O.N.U. dovrebbe chiamarsi “Istituzione Monarchica Mondiale” e lo slogan dovrebbe essere: “senza di noi vi sterminate, traete da soli le vostre conclusioni”.




Ho riletto il De Monarchia (sì, ho del buontempo, e allora?), concentrandomi sul primo libro.
Dante vuol convincerci che la Monarchia ci serve, che è davvero la cosa migliore per noi. Per prima cosa la definisce e poi ci spiega perché se noi umani non siamo retti da un unico princeps, siamo spacciati. Su quest’argomento tutti convengono che il trattato dantesco sia ancora insuperato.
Allora l’ho riletto.
Il problema è che studio giurisprudenza e che appena ho incominciato, mi è venuto un certo pruritino.. Un nonsochè che mi diceva che sta roba l’avevo già sentita, e non al liceo (anche perché lì studiavo veramente poco per ricordarmi qualcosa oggi..).
Cercato un po’ nei cassetti in perenne disordine delle mie nozioni, eureka!
L’O.N.U!!O meglio, i primi capitoli del fondamentale Statuto, oggi parte del mio corso di diritto internazionale…...

Vediamo un po’..

1)-Dante esordisce dicendoci che: Stabilito in via preliminare che il fine della società è quello di consentire all’uomo di tradurre in atto, sia sul piano speculativo sia quello pratico, la sua "potentia sive virtus intellectiva" [III] é accertato che la pace universale sia la condizione necessaria per la realizzazione di questo fine.
-Articolo 1 del trattato: I fini delle Nazioni Unite sono:
Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;
Dante era cittadino di una Firenze devastata delle lotte interne, in un’Italia spezzettata in un’infinità di comuni in lotta tra loro, con il papa, con l’imperatore, sotto la perenne minaccia di invasioni da Nord ma anche da Ovest, in rapporti tesissimi con i feudatari nel contado ecc.. Un’Italia insomma dove il sangue scorreva a fiumi.
Aveva sperimentato personalmente di non riuscire ad esprimere la propria "potentia sive virtus intellectiva" in una simile situazione.
Churchill &co avevano ugualmente sperimentato il “flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità”, così chiamano la guerra nel preambolo dello Statuto, e l’avevano sperimentata di persona, con l’aggiunta del peso della politica sulle spalle.

IL FINE DELLE NAZIONI UNITE E’ MANTENERE LA PACE
IL FINE CHE DANTE PONE ALLA BASE DELL’ARGOMENTAZIONE PRO MONARCHIA E’ MANTENERE LA PACE
2)- Dante quindi dimostra l’opportunità che il processo di pacificazione sia guidato da un singolo [IV-V], presentando, fra l’altro, la sottomissione delle varie strutture politiche (città, regni ecc.) a un unico monarca come un atto indispensabile per realizzare nella società mondana un ordinamento unitario che rispecchi quello celeste [V-IX]. "Auctoritas super partes", l’imperatore non solo è necessario per dirimere le controversie che possono sorgere tra i principi e i popoli [X], ma è anche l’unico che, essendo dotato di volontà perfetta e della maggiore potenza possibile, è in grado garantire il pieno esercizio della giustizia. L’estensione illimitata del territorio su cui esercita la propria giurisdizione rende infatti l’imperatore immune dalla passione della cupidigia, che Aristotele (nell’Etica nicomachea) considera il maggiore ostacolo alla giustizia [XI].
-Dal preambolo allo Statuto:
ABBIAMO RISOLUTO DI UNIRE I NOSTRI SFORZI PER IL RAGGIUNGIMENTO DI TALI FINI
Di conseguenza, i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti riuniti nella città di San Francisco e muniti di pieni poteri riconosciuti in buona e debita forma, hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un'organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.
Punto 5 dell’art.1
I Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza in qualsiasi azione che queste intraprendano in conformità alle disposizioni del presente Statuto, e devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato contro cui le Nazioni Unite intraprendano un'azione preventiva o coercitiva.
La parola Iraq vi dice qualcosa? E “armi di distruzioni di massa”?? Forza..un piccolo sforzo..
3)-Dante ci dice che c’è una terza condizione, oltre alla pace e alla giustizia, necessaria all’uomo per attingere alla perfezione della propria natura è la libertà. Posto al vertice di tutti gli ordinamenti politici e legali (i quali sono concepiti proprio per assicurare all’individuo la sua indipendenza), l’imperatore è di fatto il ministro di tutti e, dunque, il primo garante della libertà dell’uomo.
-Punto 3 art.1 statuto
(Fine delle Nazioni Unite è)Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione.
dal preambolo allo statuto
(ci impegnamo…..)a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,(..)

Il principe, l’imperatore, il monarca vegliano sulla nostra libertà.
Le Nazioni Unite vegliano sulla nostra libertà.
Andate un po’avanti a leggere lo Statuto, se avete voglia esaminate un po’ il testo dantesco (chi ve lo impedisce a parte la dea Noia?), e vedrete quante analogie e scoprirete che a volte i termini sono IDENTICI.
Secondo Dante l’istituzione monarchica è "unicus principatus et super omnes in tempore vel in hiis et super hiis que tempore mensurantur" (cioè "principato unico che sta sopra tutti gli altri nel tempo, ossia domina tutte le questioni di ordine temporale"), ma le Nazioni Unite, considerato come agiscono e i loro poteri, cosa sono esattamente? Lo statuto ci parla dei fini e di come funzionano, ma riguardo alla definizione, il problema è liquidato con “Organizzazione Internazionale”. Allora perché non chiamarla “Suprema” o “indiscutibile” o “sovrana”, dato che i caschi blu partono senza mai un referendum ai popoli che le Nazioni Unite dovrebbero rappresentare, popoli spesso interpellati per molto meno.. Ma si sa nel Medioevo se la cavavano meglio di noi con le astrazioni e le definizioni (hanno inventato la persona giuridica, hanno dimostrato l’esistenza di Dio…come competere?..)
Io vorrei, come il tizio delle Iene, che si desse un nome, il nome giusto, alle cose.
Non siamo più nel Medioevo, siamo distratti dalla tv, dal sesso e dalle nostre solitudini, ma dobbiamo riprendere in mano la realtà, perché è anche nostra.
Vi lascio con questa frase lapidaria, presa da Wikipedia, e poi tanto lo sanno tutti…..
Nel dicembre 1945 Senato e la Camera dei Rappresentanti con voto unanime richiesero che la sede delle Nazioni Unite fosse negli Stati Uniti. La richiesta fu accettata e la sede fu costruita a New York sulle rive dell'East River e su un terreno acquistato tramite una donazione di 8,5 milioni di dollari da John D. Rockefeller, Jr.. La sede aprì il 9 gennaio 1951.


Statuto O.N.U, Estratto
Preambolo
NOI, POPOLI DELLE NAZIONI UNITE, DECISI
a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanità,
a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole,
a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e alle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,
a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,
E PER TALI FINI
a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l'uno con l'altro in rapporti di buon vicinato,
ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale,
ad assicurare, mediante l'accettazione di principi e l'istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell'interesse comune,
ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli,
ABBIAMO RISOLUTO DI UNIRE I NOSTRI SFORZI PER IL RAGGIUNGIMENTO DI TALI FINI
Di conseguenza, i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti riuniti nella città di San Francisco e muniti di pieni poteri riconosciuti in buona e debita forma, hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un'organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.
Capitolo I - Fini e principi
Articolo 1
I fini delle Nazioni Unite sono:
Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;
Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto del principio dell'eguaglianza dei diritti e dell'autodeterminazione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale;
Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;
Costituire un centro per il coordinamento dell'attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni.
Articolo 2
L'Organizzazione ed i suoi Membri, nel perseguire i fini enunciati nell'art. 1, devono agire in conformità ai seguenti princìpi:
L'Organizzazione è fondata sul principio della sovrana uguaglianza di tutti i suoi Membri.
I Membri, al fine di assicurare a ciascuno di essi i diritti ed i benefici risultanti dalla loro qualità di Membro, devono adempiere in buona fede gli obblighi da loro assunti in conformità al presente Statuto.
I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo.
I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza, sia contro l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.
I Membri devono dare alle Nazioni Unite ogni assistenza in qualsiasi azione che queste intraprendano in conformità alle disposizioni del presente Statuto, e devono astenersi dal dare assistenza a qualsiasi Stato contro cui le Nazioni Unite intraprendano un'azione preventiva o coercitiva.
L'Organizzazione deve fare in modo che gli Stati che non sono Membri delle Nazioni Unite agiscano in conformità a questi princìpi, per quanto possa essere necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
Nessuna disposizione del presente Statuto autorizza le Nazioni Unite ad intervenire in questioni che appartengano essenzialmente alla competenza interna di uno Stato, né obbliga i Membri a sottoporre tali questioni ad una procedura di regolamento in applicazione del presente Statuto; questo principio non pregiudica però l'applicazione di misure coercitive a norma del capitolo VII.


Lavinia




domenica 18 febbraio 2007

Zucchine interstellari


L’astronave entro’ nell’atmosfera. Eravamo molto eccitati e non riuscivamo chiuder bocca dalla paura. Stavamo per entrare in contatto con degli alieni, ed io al mattino non mi ero neppure pettinato. L’atterragio non fu dei migliori: un’oliva mi ando’ di traverso. Mi salvai soffocandola.
Uscimmo dall’astronave. Eravamo atterrati su una spiaggia ed era una splendida giornata calda e ventilata, ma non eravamo arrivati sin li per prendere il sole. Peccato.
Eravamo in missione. Il compito della nostra delegazione era di incontrare i vertici del nuovo mondo per promuovere un prodotto tipico del nostro paese: la zucchina. Vegetale dalle insospettabili qualita’ nutritive, la zucchina e’ anche uno strumento molto utile a stimolare l’orgasmo femminile, se maneggiato con cura. Con l’intenzione di dar vita al primo commercio interplanetario di zucchine, eravamo dunque in cerca di un possibile distributore. La scelta non era facile: ortolano o sexy-shop? Il dipartimento marketing della nostra compagnia aveva anche studiato una strategia commerciale per promuovere l’uso combinato delle due potenziali qualita’. Non aveva funzionato: molti non gradivano mangiare il vegetale falliforme dopo che era stato utilizzato come dildo. Chissa’ perche’? Schizzinosi...
Incontrammo il direttore supremo della VUCN (Vibratori Uniti Contro la Noia). Ci offri’ un coctkail anabolizzante e un sigaro venusiano. Fu difficile giungere ad un accordo, dato che non avevamo un linguaggio in comune con cui comunicare. Riuscimmo a mostrare l’effettivo utilizzo della zucchina grazie ad un video di Cicciolina che portiamo sempre con noi. Il direttore della VUCN rimase molto colpito. Da Cicciolina. Voleva comprarla. Avremmo potuto concludere un ottimo affare, ma non era quello il nostro business. Eravamo venuti qui per le zucchine. Vedete, il problema era che il nostro pianeta produce solo zucchine, e nient’altro. Ottime, gustose zucchine; a tonnellate. Non potevamo permetterci di vendere la nostra piu’ famosa pornostar senza aver prima firmato un contratto di massiccia esportazione di zucchine.
Organizzammo quindi un incontro con il presidente della VUCV (Vegetali Uniti Contro i Vibratori). Era un personaggio inquietante. Gli offrimmo una sigaretta. Accetto’ sorridente e inizio’ a masticarla, filtro incluso. Per non compromettere la formalita’ della situazione, anche noi iniziammo a ruminare un intero pacchetto di Marlboro, vuoto. Non riuscimmo pero’ a cavare un ragno dal buco. Il presidente della VUCV ci spiego’ che era un brutto periodo: l’infinita guerra contro i vibratori era arrivata al culmine, avevano subito molte perdite, la carota aveva cambiato schieramento e la patata, sedotta dagli avversari, si era dichiarata neutrale.
Delusi, abbandonammo il pianeta. Un’altro fallimento. Nessuno nell’universo voleva le nostre zucchine. Va be’, ce le terremo per noi, potremo sempre usarle come sfollagenti.
Almeno non abbiam venduto Cicciolina...

(F)

venerdì 16 febbraio 2007

Pulir Milano



Pulir Milano, che dolce emozione,

che piacere raffinato
lo studente e l'avvocato
il commenda ed il barbone

perchè il bravo cittadino
sa chè è sano giusto e bello
meno bello di un pompino
ma comunque abbastanza bello

acqua forte che purifica
carta bianca che raccoglie
il sapone che fluidifica
e lo sporco ovunque toglie

ed io canto una poesia
mentre sto a pulir Milano
fermi non andate via
ho bisogno di una mano



:-D

(I)

L'intellettuale


L’intellettuale e’ colui che ha intelletto. L’intelletto e’ la facolta’ di creare delle idee generali dopo averle criticate e distinte mediante il giudizio.

In molti, e a volte anch’io, amano classificare l’intelligenza. Tizio e’ piu’ intelligente di Caio. Sempronio poi e’ proprio un cretino. L’intelligenza pero’ non e’ una caratteristica ordinabile. Quantomeno in assoluto. La facolta’ di creare delle idee generali e’ comune a tutti gli uomini: un idea e’ un immagine proiettata in mente. Confrontando piu’ immagini l’uomo formula un giudizio, volente o nolente. Tizio e’ piu’ alto di Caio. Sempronio, sempre sfigatissimo, e’ un nano. Con altezza di solito intendiamo la distanza che separa l’ultimo ciuffo di capelli dal secondo dito del piede destro, e cio’ si riesce a giudicare discretamente anche ad occhio nudo (supponendo che i nostri sensi non si stiano prendendo gioco di noi, cosa per altro alquanto possibile).

Come giudicare pero’ l’intelligenza? Cosa rende Tizio piu’ intelligente di Caio? La quantita’ di idee prodotte, la velocita’ con cui si formulano tali idee, la loro originalita’?
In base ad ognuno di questi aspetti si puo’ formulare un giudizio: Tizio sviluppa tantissime idee differenti, Caio le partorisce molto in fretta, Sempronio ha una sola idea ma e’ l’unico al mondo ad averla. Ma chi e’ piu’ intelligente? Non si puo’ dire in termini assoluti. Prima di tutto le intelligenze a confronto si devono manifestare; devono diventare azione. Dopodiche’ noi assimiliamo le azioni di cui siamo stati testimoni (e nn l’intelligenza in se`, nota bene!) e le trasformiamo in idee. A questo punto analizziamo criticamente le immagini da noi create e formuliamo un giudizio. In base a questo giudizio di solito decidiamo che Tizio e’ piu’ intelligente di quell’imbecille di Sempronio. La decisione a cui arriviamo e’ prodotta dal nostro intelletto. Diversi intelletti possono dare valore divero alle varie forme in cui prende corpo l’intelligenza. Non si puo’ quindi aspirare ad una classificazione universale dell’intelligenza; ma neanche locale, settoriale, temporale, spaziale. Una valutazione di intelligenza sara’ sempre prima di tutto personale, soggettiva.

L’intelligenza puo’ esternarsi in un numero infinito di modi: qualsiasi azione umana e’ frutto di un processo intellettivo, spesso inconsapevole. Nel decidere come scartare due difensori, un calciatore come Francesco Totti mette in atto un idea che e’ risultato di un istantaneo processo di notevole acume intellettivo. L’esito magistrale dei suoi dribbling dimostra come il processo critico di formazione dell’idea e la sua messa in pratica siano perfetti, geniali, “intelligenti”. Nonostante non sappia l’italiano, Totti e’ quindi un intellettuale di alto spessore.

Se Totti e’ un intellettuale, sfido chiunque a trovar qualcuno che non lo sia.

(F)

giovedì 15 febbraio 2007

Lacrime

Sentiva il calore sulle guance, sul mento, sulle labbra e, pochi secondi dopo, quello stesso calore si trasformava in qualcosa di appiccicoso, per tornare quindi ad alimentarsi; un flusso, ma di intensità ineguale, le faceva bruciare gli occhi, le deformava il viso e bloccava parte della sua respirazione. L'emozione era troppo grande; dapprima aveva cercato di contenerla, stringendo gli occhi, fissando i suoi zigomi delicati, sforzandosi di non sentire quel pizzicore allo stomaco, quella sensazione fisica eppure impalpabile che segnala l'imminenza di una reazione. Una sensazione di vuoto da riempire con la forza di un'emozione violenta, dirompente e passionale; il pianto si impadronisce di tutto il corpo mostrando all'ambiente esterno, alle altre persone, a noi stessi orribilemente riflessi in uno specchio che pensiamo deformante, la nostra debolezza.
Poi non ce l'aveva più fatta, si era completamente abbandonata alla dolce malinconia delle lacrime, aveva lasciato andare il suo corpo che ora provvedeva ad accarezzarsi, a sentire i propri contorni, a farsi coraggio nella penombra della stanza con il tenero amore che provava per se stessa, una bambina indifesa che piangeva.

Non voleva più piangere ora; cambiò canale.


(I)

mercoledì 14 febbraio 2007

A una ragione



Un colpo del tuo dito sul tamburo scarica
tutti i suoni
e dà inizio alla nuova armonia.


Un tuo passo è la leva degli uomini nuovi e
il loro
segnale di partenza.


La tua testa si volse di qua: il nuovo amore!
La tua
testa si volse di là:- il nuovo amore!

"Muta le nostre sorti, crivella i flagelli, a
cominciare
dal tempo, ti cantano questi fanciulli.
"Innalza fin dove
vorrai la sostanza delle nostre fortune e dei
nostri voti",
ti pregano.

Arrivata da sempre, tu te ne andrai
dappertutto.



Arthur Rimbaud

Un vero statista


Pubblico la traduzione di parte del discorso che Putin ha tenuto a Monaco lo scorso 11 Febbraio. Penso che questo sia il modo di parlare:

"La natura di questa conferenza mi consente di evitare l'eccesso di buona educazione e il bisogno di parlare in termini diplomatici, piacevoli ma vuoti.
Mi consente di dire ciò che penso realmente dei problemi della sicurezza internazionale.
E se i miei commenti appariranno indebitamente polemici, chiedo ai colleghi di non arrabbiarsi con me. Dopotutto, questa è solo una conferenza.
[…] Il carattere universale e indivisibile della sicurezza è espresso dal principio che «la sicurezza per uno è la sicurezza per tutti».
Come disse Franklin D. Roosevelt nei primi giorni della seconda guerra mondiale, «Quando la pace è violata da qualche parte, è in pericolo la pace di tutti i Paesi».
Queste parole restano essenziali anche oggi. […].
Che cos'è un mondo unipolare?
Per quanto si possa edulcorare il concetto, in ultima analisi significa che c'è un solo centro di autorità, un solo centro di forza, un solo centro di decisione.
E' un mondo dove esiste un solo padrone, un solo sovrano.
E alla fin fine questo è pernicioso non solo per tutti quelli che sono soggetti al sistema, ma anche per il sovrano stesso, perché lo distrugge dal di dentro.
E questo sistema non ha nulla a che fare con la democrazia.
Perché come sapete, la democrazia è il governo della maggioranza alla luce degli interessi e delle opinioni della minoranza.
La Russia, ossia noi, riceve continue lezioni di democrazia.
Ma per qualche motivo, chi ci dà le lezioni non vuole imparare lui stesso.
Io ritengo che il modello unipolare non è solo inaccettabile ma anche impossibile nel mondo d'oggi.
E ciò non solo perché le risorse politiche, militari ed economiche non basterebbero per instaurarlo. Ancor più importante, è che il sistema stesso è fallace, perché non ha alla base alcun fondamento morale nella civiltà d'oggi.
[…] Azioni unilaterali e spesso illegittime non risolvono alcun problema.
Anzi hanno causato tragedie umane e creato nuovi centri di tensione.
Giudicate voi stessi: guerre e conflitti regionali e locali non sono diminuiti.
E non muore meno gente in questi conflitti, anzi muoiono più di prima.
Molto, molto di più.
Oggi vediamo un quasi incontrollato iper-uso della forza - la forza militare - nelle relazioni internazionali, e questa affonda il mondo in un abisso di conflitti permanenti.
Di conseguenza, non abbiamo energia sufficiente per trovare una soluzione complessiva a questi problemi.
Diventa impossibile anche trovare soluzioni politiche.
Assistiamo ad un sempre più grande disprezzo per i principi elementari del diritto internazionale. […]
Un solo Stato, gli Stati Uniti, ha scavalcato i suoi confini nazionali in ogni modo.
Lo si vede dai sistemi economici, politici, culturali ed educativi che impone alle altre nazioni.
Ebbene: a chi piace questo? Chi è a suo agio con questo?
Nelle relazioni internazionali vediamo sempre più la voglia di risolvere ogni questione attraverso ciò che si chiama la «opportunità e interesse», secondo il clima attuale.
Ciò è ovviamente molto pericoloso.
Ne consegue che nessuno si sente sicuro.
Sottolineo: nessuno, perché nessuno sente che il diritto internazionale è più un muro di pietra capace di proteggerlo.
Ovviamente, questa politica stimola una corsa agli armamenti.
Il dominio della forza incita diversi Paesi a dotarsi di armi di distruzione di massa."


di Vladimir Putin
Monaco, 11 febbraio 2007

La traduzione completa qui

Nel pantano di merda in cui sguazza felice l'ingorda classe politica occidentale, strafatta lei come le masse che appongono le quinquennali X, un bastardo che parla chiaramente è emozionante. Nonostante tutto.

(I)

martedì 13 febbraio 2007

La Passeggiata

Indeciso se fare un altro tiro o rimandare a dopo per centellinare lo stordimento, tra un film drammatico e un cartone porno giapponese, decisi invece di scrollarmi di dosso la mia indolenza scendendo in strada. Dopo una mattinata passata, al solito, surfando qui e lì per la rete ( il qui e il lì cominciando a essere sempre gli stessi), gli occhi stanchi e le gambe inattive da troppo tempo, decisi di puntare sicuro verso Melchiorre Gioia. Milano, si sa, non regala gran che in quanto a panorami e il massimo campo visivo possibile si ha spesso guardando da P.ta Venezia verso piazzale Loreto, o da quest'ultimo viale Monza, percorrendo con gli occhi le poche centinaia di metri che richiedono diversi minuti per poter essere superati in macchina. Proseguendo attraverso via Vittorio Veneto, attraversando lo slargo stradale che si ostinano a chiamare piazza (della Repubblica...primo indizio del patriottismo italiano), si incrocia la verdissima via Melchiorre Gioia; bella merda, direte voi se avete seguito i miei consigli sull'itinerario - nel qual caso sareste anche tra i pochi sfigati che usano il wap -; lo so, fa schifo via M.Gioia, un secondo di pazienza!
Allora, dicevo, prendete questa viaccia dopodichè, fatti pochimetri, immediatamente dopo il sottopassaggio (sotto un palazzo), girate a sinistra, camminate ancora un pò, arrivate alla rotonda, et voilà!! (non dico cosa c'è per non rovinare la sopresa)*.

*in realtà non c'è un cazzo, solo un pò di panorama, oro colato a Milano.

Durante il tragitto, solitamente, dei piccoli capolavori:

- Lei, 20 anni circa, ad un'amica: "mi ritengo un'antropologa mancata" (ma crepa!!) (:-D)

-Lui, 40 enne in crisi di mezza età, in mezzo a un gruppo di amici messi come lui: "la ducati è una moto che se sta dritta soffre; deve stare in piega"(fortissimo accento milanese)

-Lei,30enne di colore vestita in maniera non propriamente raffinata, al cellulare: "si si allora, numero 25, campanello 30, arrivo." (ore 23...)

-Lui, vigile (#@#§ç !!!), che fa una multa ad un ragazzo che impennava in motorino: "tentativo di decollo in luogo non autorizzato" (sic!)

-Loro, dodicenni che si massacrano di cannoni, evitando di espirare prima che il joint torni nelle loro mani

-Loro, punkabbestia luridi con i pitbull (che presto o tardi si rivoltano, perchè trattati di merda, e andranno abbattuti...povere bestie) che si massacrano di cannoni ma con un'aria da noi siamo strafighi, come se i dodicenni stessero facendo una cosa diversa **

**non ho niente in contrario. Per me dovrebbero legalizzare anche l'eroina, tanto chi non la prende non lo fa perchè no, mica perchè è vietato. Al contrario chi la prende...trasgressione....va beh. Il fatto è che se io sto bevendo del vino, non mi atteggio come se fosse la cosa più figa del mondo, guardando dall'alto in basso tutti quelli che il vino non ce l'hanno. D'altronde i punkabbestia de noantri, che fanno vita da strada e tornano a casina la sera a mangiare dalla mamma, fanno abbastanza ridere.

-Io, i coglioni pieni del buonismo e senza idee, che ripenso a Churchill, come se centrasse qualcosa:


Dentro e fuori il Parlamento, dove Churchill non riusciva a capire perché mai dovessero entrare le donne (e perché mai dovessero votare essendo non tanto inferiori, ma diverse) la sua vera nemica era Nancy Astor, prima donna deputato in G.B. Un giorno gli disse: «Winston, se tu fossi mio marito, ti metterei il veleno nel caffè». E Churchill rispose: «Nancy, se tu fossi mia moglie, lo berrei»


(I)


domenica 11 febbraio 2007

E' possibile una vera etica laica?

A partire dal VII secolo avanti Cristo ebbe inizio un periodo incredibile per l'umanità. Splendono per la prima volta la Cina di Confucio, la Persia di Zoroastro (o Zarathustra), la Grecia di Clistene e Solone e dei filosofi, l'India di Ashoka, gli arbori del popolo di Israele...

Queste civiltà sono solide all'interno e compatte all'esterno. Prendono infatti corpo in quegli anni quei corpi di verità, che accompagneranno l'uomo per tutta la sua esistenza, fino ad oggi. Accanto ad esse, apparentemente senza centrare una cippa, si diffonde l'uso della moneta. La solidità interna si ha grazie alla verità, il primo regolatore sociale, che da un'etica sociale, una morale comune che stabilisce le norme comportamentali fondandosi proprio sulla verità (frase ridondante, però voglio esser chiaro). Verso l'esterno invece, la moneta permette scambi trasparenti e transazioni facilemente verificabili; si passa dall'area di reciprocità negativa (guerra/difesa) alla reciprocità bilanciata (scambio/baratto istituzionalizzato) secondo (si badi bene!!) le regole fissate poi da Aristotele della Crematistica naturale (cioè senza guadagno: i beni sono scambiati secondo il valor d'uso e non di scambio. Ciò è possibile appunto grazie alla moneta che consente di verificare a tutti l'equità dei prezzi. Stiamo parlando di monete con valore intrinseco, non di fogli di carta). Infatti il punto di incontro tra la reciprocità generalizzata (il dono, che in una comunità garantisce la continuità della vita) e quella negativa (che ha la sua ragion d'essere nell'aggressività umana) si ha appunto nello scambio.

Tutto ciò è stato possibile grazie ad un'etica religiosa che, senza ipostatizzare l'esistenza di Dio (Buddha non è dottrinario su questo, Confucio neanche, i Greci non ne parliamo) esalta la razionalità dell'uomo come prova della sua diversità dal resto del creato (creato già: perchè se no da dove viene?)e, consapevole dall'altra parte della sua fragilità fisica, mai si sogna di mettersi contro gli Dei. Non li vede, non li sente nè li tocca ma sa che ci sono. Come potrebbero infatti non esistere principi immutabili? Se così fosse l'uomo non concepirebbe le Idee, non avrebbe valori, nè regole, nè etica (questo è Platone, circa).

Specularmente Aristotele parla di substantia: una cosa è il suo fine, o meglio la sua causa finale. Anch egli ipostatizza un oltre: non si parla mai di sovraumano o no, ma di conoscibile o non conoscibile. Questa è l'intuizione dei primi filosofi (già Anassimandro quando parlava dell' apeiron). Essi non liquidano il problema, ma anzi discuotono se sia possibile trovarne una soluzione, consapevoli dei limiti umani. Nell'esaltazione della razionalità, sembra che nessuno avesse mai osato dimenticare di non essere ybristès.

L'etica è molto più vicina della metafisica a darci un idea di assoluto. Kant afferma, nella critica della ragion pura l'impossibilità a parlare di metafisica, elencando alcune antinomie.
Esse, che sembrano precludere all'uomo la possibilità di immaginare un oltre, poichè indimostrabile logicamente, (ma non ne escludono categoricamente l'esistenza), vengono invece "salvate" nella critica della ragion pratica. Afferma in essa kant che il concetto di imperativo categorico, ovvero un comportamento è da considerare morale in modo categorico "senza possibilità di smentita" quando è universalmente riconosciuto, giusto in ogni momento ed in ogni situazione umana. Questo comportamento diventa allora vincolante per la morale di tutti gli uomini, ed una sua mancata applicazione significherebbe azione immorale, ovvero fa della metafisica.

Quindi, a fronte del fatto che l'etica non è mai relativ-individualista, poichè se si basa su se stessi non ha alcuna forza, come lfondare un' etica laica? E se gli altri non fossero d'accordo? Più importante ancora deve essere la stabilità di tali valori; il rischio che ciò va bene oggi non vada più bene domani, o peggio sia diversamente interpretato, va accuratemente evitato.

La Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo fornisce più che un esempio: essa è la prima concretizzazzione del concetto di umanità inteso universalmente ( la costituzione degli Stati Uniti non vale: avevano gli schiavi!).

Ma essa non da un'etica operante all'interno della società, che regoli i rapporti tra individui (ci si affida alla morale tradizionale per essa); la Dichiarazione sembra giustificatamente preoccuparsi di sancire i diritti inalienabili dell'uomo per difenderlo dal potere. Addirittura essa passa, attraverso un looping rovesciato di cui non ci si rende conto, dal difendere diritti ad imporre obblighi (l'istruzione elementare, art. 26, qualunque cosa essa significhi); si trova infatti impotente l'Onu del dover definire dei diritti (si parla di morale, non di banane) senza ricorrere mai a nessuna spiritualità tradizionale, colonna portante della ragion pratica per tutti i popoli della terra. Troviamo quindi, accanto alle dichiarazioni di individualità e inviolabilità delll'individuo (apodittiche purtroppo), degli autentici paradossi: nel momento in cui si preoccupano di salavaguardarlo, le Nazioni Unite finiscono per imporsi, una volta di più, come autorità centrale, più attenta all'emanazione dell giusto/sbagliato che alla difesa dell'uomo. Si legge infatti, tra le altre cose, agli articoli 12-17:

Ogni individuo ha diritto di cercare e di godere in altri Paesi asilo dalle persecuzioni. (giusto, ma....)
Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato (???) per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.

Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato. (questi che diritti sono? )

Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà privata sua personale o in comune con gli altri.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà. (qui fanno i furbetti: fingono di tutelare un diritto e invece dicono altro)

Infine dei piccoli capolavori:

Ogni individuo ha il diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite (art. 24)

L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace (art. 26)

Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità (art. 29) (quali????)
Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e i principi delle Nazioni Unite (art. 29/3)

Nel tentativo di dare una prima forma ad un'etica laica universale, le Nazioni Unite falliscono miseramente; esse distribuiscono diritti come fosse loro prerogativa (e questo è un male se la gente percepisce la cosa come tale), diritti che a volte toccano da vicino le organizzazioni sociali che ogni popolo ha diritto ad autoeterminare. Inoltre il rimando ai doveri, che sono FONDAMENTALI in una ragion pratica, è una frase all' articolo 29 che vuol dire tutto o niente. Tale dichiarazioni, che pretende di parlare a nome di tutti i popoli della terra, pretende di essere assoluta senza definire un'assoluto, e relativa, poichè la sua vaghezza la rende liberamente interpretabili in più passi. In particolare si pretendono assoluti gli art. 29/3 e 14/2, dove i fini e i principi dell'Onu sono arbitri delle controversie e qualsiasi azioni contro di essi è da giudicarsi contraria alla legge. Insomma con due frasi l'Onu si auto proclama, solo formalmente, l'Autorità, in un tentativo di sostituire se stessa e i principi dichiarati nelle sue emanazioni alle morali tradizionali.


(I)


venerdì 9 febbraio 2007

Brave new world

Nascita di questo webspace:

Dialogo via mail tra due gggiovani, tra milano e new york

Andrea f: ehehehe cmq ho pensato anke ad un altro titolo invece de la decina ANDREI che siamo noi due e allo stesso tempo e' andrei se potessi o cmq vorrei andar :) so coool, ain't it?

Andrea i: Andrei spacca!!! vado a fare storia ciao cool

Andrea f: allora dai ANDREI e' figo per ora batte ladecina direi.... ma tu conosci qualkuno in grado di metter su in poko tempo uno spazio web decente? perche' si potrebbe anke iniziare da subito a sperimentare la cosa, no? a me l'idea scimmia... e tra l'altro sai che mi sa che mi e' venuto in mente che ne avevamo parlato a casa tua in un pomeriggio tossiko, alkoliko e pleistescionabile: e avevamo detto sisisisi! lo facciamo di qui di la di su di giu' e io dopo un'ora penso che mi ero gia' dimentikato tutto ahahhaha

Andrea i: Beh....cazzo ci vuole a mettere su uno spazio web??? Il problema è gestirlo...se vogliamo dei forum...se no è abbastanaz facile

Andrea f: niente forum...al massimo i commenti... se ti va possiamo iniziare a farlo io nn saprei dove iniziare ma vorrei aver voce in capitolo lo stesso ahahha


Questo post è a futura memoria del nostro impegno e della nostra passione civile, la serietà e la determinazione, il coraggio e la sete di verità che ci animano

:-D