Oggi ho scritto una e-mail al blog di beppe grillo, stimolato dal suo post su obama
http://www.beppegrillo.it/2008/11/linsopportabile/index.html
Non so bene perche' l'ho scritta, ma sospetto che piu' che una lettera a grillo, fosse una lettera a me stesso.
Fatico a comunicare direttamente con me, a quanto pare. Dovro' assumere un interprete.
Be', Caro Mondo, ecco la lettera. Does it make any sense?
Imparare a Sperare
Hey Beppe,
ho appena letto il tuo post su Obama. Capisco la tua amarezza e di solito la condivido in pieno. Oggi pero' mi sento un po' meglio, e non me lo sarei mai aspettato.
Ho quasi 24 anni e vivo a New York ormai da piu' di due. Si, sono anch'io uno dei tanti ragazzi in fuga da un Italia vecchia, lenta e puzzolente.
Sono sbarcato in America nel 2006, all'apice dell'era Bush; uno dei peggiori momenti nella breve storia di questo controverso Paese.
In Italia, e talvolta anche su questo blog, si guarda all'America come un esempio, politicamente parlando. Io pero' ero disgustato. E non tanto dalla politica estera di Cheney & company, della cui follia ero consapevole ben prima di arrivare a New York, ma dal trovare molte somiglianze locali con il "modello" italiano. E' vero che in America il re dei media, Murdoch, non potrebbe entrare in politica "attivamente" per ovvio conflitto di interessi, ma cio' non vuol dire che non FACCIA politica. Il suo esercito di giornali, televisioni e piattaforme online, spaccia Propaganda per Fatti e Bugie per Notizie e il suo FoxNews e' il telegiornale piu' visto negli stati uniti. Emilio Fede e' nulla a confronto, in quanto il suo servilismo perlomeno e' dichiarato, mentre lo slogan di FoxNews e' "Fair and Balanced"!
E poi i due mastodontici partiti, schiavi delle lobbies e dei corporate interests. E l'indifferenza che circonda l'inquietante baratro che separa i "ricchi" dai "poveri", con i milionari che pagano meno tasse in percentuale degli impiegati. E un sistema sanitario che sembra una barzelletta, ma non fa ridere per niente. E l'Educazione, un vocabolo di cui solo pochi americani benestanti sono a conoscenza. E la polizia che spara 50 colpi - cinquanta - su un uomo disarmato, il quale, guarda caso, era pure nero. E il fondamentalismo Cristiano, molto piu' estremo e terrificante qui che da noi. E i politici che vendono fumo tagliato col petrolio e i giornalisti che lo comprano sorridenti e si affrettano a rivenderlo al pubblico, cosi' com'e', senza fare domande. Potrei continuare cosi' per un bel pezzo, ma direi che non e' ne' il caso ne' il luogo.
Durante la lunga campagna elettorale americana, ho spesso criticato Obama.
Dicevo: se fossi americano voterei Obama perche' l'alternativa e' agghiacciante, ma sono alquanto scettico riguardo il radicale cambiamento promesso dal candidato democratico; se sara' davvero rivoluzionario nel suo modo di fare politica, lo uccideranno, come e' successo a JFK. Non condivido poi l'atteggiamento di molti dei suoi sostenitori e di alcuni cari amici miei, che lo considerano un Messia. Non approvo il suo totale supporto della violenta e aggressiva politica estera di Israele. Il suo desiderio di continuare la guerra in Afghanistan, benche' sia palese che chiunque abbia fatto crollare le torri non possa essere sconfitto bombardando un intero Paese e decimandone la popolazione civile. Non mi piace che concluda ogni suo discorso con la formula "God Bless You, and God Bless America", che mi sembra di ascoltare il Papa...
Insomma, ora che ha vinto ho comunque parecchie ragioni per continuare a monitorare criticamente le sue decisioni da Presidente.
Ieri pomeriggio pero', prima che il risultato delle elezioni venisse comunicato, ho avuto un momento di esitazione. Ho dubitato del mio esasperato e cinicio criticismo e mi son quasi sentito in colpa per esser stato cosi' rigido nei confronti di Obama. Ho pensato: cosa succederebbe se McCain vincesse le elezioni? Be' l'invasione dell'Iran sarebbe solo una questione di settimane; la guerra in Iraq durerebbe fino ad un eventuale esaurimento del petrolio in medio oriente; il beneficiario dei suoi sgravi fiscali sarebbe quell' 1% di americani che costituisce la fascia piu' ricca della societa'; il muro tra Stati Uniti e Messico verrebbe completato e magari fatto pure un po' piu' alto; si pagherebbe un ticket solo per pronunciare la parola Sanita'; e i termini gay e aborto verrebbero cancellati dal vocabolario. Tutto cio' mentre in TV parlano delle previsioni del tempo e delle scappatelle notturne di Paris Hilton.
Per un attimo ho panicato. Un'eventuale vittoria di McCain non sarebbe stata poi cosi' sorprendente in un Paese dove George Wurstel Bush e' stato eletto presidente non una, ma ben due volte - si e' vero la prima era falsata, ma a maggior ragione come hanno potuto rieleggerlo una seconda volta?
Vedere Obama vincere le elezioni, dopo aver avuto questa tragica visione di un possibile futuro targato McCain, e' stato quindi un sollievo.
Un altro piccolo sollievo e' poi arrivato dall'audace pensiero che la campagna elettorale americana possa ispirare persino l'Italia. Per il ruolo giocato dal Web, ovviamente. Per il coinvolgimento dei giovani e di quelle fasce della societa' storicamente ignorate dalla politica. Per la capacita' di un candidato di prendere le distanze dall'obsoleto gioco di interessi e poteri forti che sempre piu' influenza l'attivita' politica, allontanandola dal suo vero obiettivo che e' il servire la societa' civile. Per il coraggio dimostrato da un candidato che aveva tutte le carte in regola per non essere eletto, ma non si e' fermato davanti ai pregiudizi di una societa' che lui, con la sua candidatura, ha gia' contribuito a rendere piu' matura.
L'America pre-Obama, Democratici inclusi, era per certi versi molto vicina all'Italia Berlusconiana, PD incluso. E' ancora troppo presto per giudicare l'America post-Obama, ma da oggi ho qualche aspettativa in piu'.
Mi auguro che questo barlume di speranza che e' appena stato acceso, possa arrivare ad illuminare anche l'Italia. E forse e' gia' li e non ce ne siamo neanche accorti. Anche noi abbiamo avuto il nostro piccolo Obama. Nichi Vendola: un comunista, gay, antimafioso che corre e vince, prima le primarie e poi le elezioni di Presidente della Regione Puglia. Chi se lo sarebbe aspettato?
Forse, ho imparato a sperare...
A sperare che qualcun'altro trovi quello stesso coraggio che ha portato Nichi Vendola e Barak Obama a conquistare, contro ogni aspettativa, la fiducia dei piu'. Inclusi quelli cinici e disillusi, come me.
Cordialmente,
A.F.
E special feature per meneandrei aggiungo una postilla:
Im thinkin' I can trust this brotha
But will he keep it way real?
Every innocent nigga in jail - gets out on appeal
When he wins - will he really care still?
("Black President" by Nas)
giovedì 6 novembre 2008
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2 commenti:
chi vive sperando muore cagando Andre..
capisco la gioia di non essere piu comandati a bacchetta da uno che e` ubriaco alle 8 del mattino - molto meglio, nel 2008, essere comandati da un ne(g)ro (ma che cazzo cambia una g?)
Comunque, invece di scrivere lettere a Grillo - che proabilmente ci si pulisce il culo con le mail - partecipa alle discussioni
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=2906
di come moriro' poco mi importa per il momento - di come vivo un po' di piu'
non conta lo spelling ma il significato e il contesto socio-cultu-temporale in cui un termine viene usato; nero e' un colore, negro un aggettivo dispregiativo.
purtroppo.
di discutere non ho ne tempo ne voglia, ora come ora
indipercui mi limito a pontificare
che grillo si pulisca pure il culo con cio' che piu' gli aggrada - come ho scritto nella premessa, questa lettera e' rivolta a me stesso.
mi rispondero' da solo.
be' vedo che non manka molto al tuo compleanno. tanti auguri, negro!
:D
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