BLAIR: LA MINACCIA TERRORISTA PORTA IL NOME DELL'IRAN
IRAN: PENTAGONO PRONTO AD AGIRE:
Se a ciò aggiungiamo i movimenti diplomatici in corso, che vedono come protagonista principale Putin, è inevitabile concludere che una soluzione finale, pacifica - dubito - o militare che sia, si sta rapidamente avvicinando. In particolare l'ago della bilancia sembra essere proprio la Russia e la sua rinnovata potenza; Theran sta palesemente cercando la protezione di Mosca, laddove Israele e Usa (notare anche il recente viaggio lampo di Olmert, per un colloquio di due ore) sembrano voler assicurarsi non belligeranza in caso di conflitto - e a ragione, se si vule evitare la terza guerra mondiale. Putin d'altro canto non ha mai nascosto la sua scarsa simpatia per le politiche espansioniste degli Stati Uniti, e una sua totale passività sembra improbabile. La linea più dura di questi anni e le ritrovate luci della ribalta mondiale - complice il declino morale e culturale dell'egemonia Usa, frutto di politiche a dir poco dissennate e violente - suggeriscono che difficilmente il Cremlino starà semplicemente a guardare. E il presidente, da capo di stato cinico e astuto qual è, sicuramente non esiterà a cercare il proprio tornaconto, in termini politici e personali. Ma non è detto che ciò sia un male. Una Russia non prona agli Stati Uniti credo che sia invece auspicabile.
Infine ricordiamo che ormai l'intellighenzia sinistrorsa è rassegnata (ma si potrebbe dibattere sul termine) alla guerra, e prepara i suoi lettori. Si vedano l'articolo del generale Mini sull'espresso e le soluzioni prospettate nella seguente analisi della rivista di geopolitica Limes (da cui ho tratto la mappa all'inizio) :
Liquidare l’Iran e salutare il Medio Oriente
[...]Obiettivo massimo (quasi impossibile): un colpo di Stato che porti al potere una presunta fazione amica degli Usa; obiettivo minimo (più che possibile): liquidare per il tempo prevedibile la potenza iraniana e forse l’Iran in quanto Stato, eccitando i separatismi etnici, in particolare quelli curdo, baluci e arabo. Insomma, l’Iran verrebbe degradato da potenza regionale a failed State in qualche settimana di bombardamenti. Il tutto prima di marzo, quando nelle elezioni iraniane “rischiano” di prevalere gli avversari di Ahmadinejad, più o meno “centristi” e moderati: a quel punto qualsiasi attacco sarebbe difficilmente presentabile all’opinione pubblica americana e mondiale.[...]
Limes ci fornisce anche una bellissima mappa strategica di uno scenario di guerra. Eccola:
Qui l'articolo completo.
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