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K-Rimini/Boord-L
Un sorso di romagna.
Inno al vino e alla costiera romagnola.
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The Dumpster - Where Even Shit Has Some Kind of Dignity
Title: | (EST PUB DATE) SUGGESTIONS REGARDING THE ITALIAN ELECTION |
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Abstract: | |
Pages: | 0001 |
Pub Date: | 3/1/1948 |
Release Date: | 11/16/2006 |
Keywords: | ITALIAN ELECTIONS|IRAN COUP|IRANIAN COUP |
Case Number: | F-1999-01123 |
Copyright: | 0 |
Release Decision: | RIPPUB |
Classification: | U |
Title: | ITALY: POSSIBLE SOVIET MOVES TO INFLUENCE ELECTIONS |
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Abstract: | |
Pages: | 0002 |
Pub Date: | 4/12/1948 |
Release Date: | 11/16/2006 |
Keywords: | ITALIAN ELECTIONS|IRAN COUP|IRANIAN COUP |
Case Number: | F-1999-01123 |
Copyright: | 0 |
Release Decision: | RIPPUB |
Classification: | U |
Title: | COVERT (PSYCHOLOGICAL) OPERATIONS |
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Abstract: | |
Pages: | 0002 |
Pub Date: | 5/24/1948 |
Release Date: | 10/19/2006 |
Keywords: | ITALY|SOVIETS|ATOMIC ENERGY|MEDITERRANEAN|ALLIED TROOPS |
Case Number: | F-2004-01973 |
Copyright: | 0 |
Release Decision: | RIFPUB |
Classification: | U |
"Gli scozzesi Jesus And Mary Chain dei fratelli Jim (canto) e William (chitarra) Reid vennero prepotentemente alla ribalta negli anni '80 con un sound al tempo stesso melodico e rumoroso che riprendeva l'insegnamento della Sister Ray dei Velvet Underground con un pizzico di angoscia in piu` (e forse una perversione del "wall of sound" di Phil Spector) e che avrebbe causato una rivoluzione di portata mondiale. Fu con loro che nacque infatti il movimento degli "shoegazer", forse il piu` importante in Gran Bretagna dopo il punk-rock.
Iniettando dosi massicce di distorsioni, i Jesus And Mary Chain divennero i piu` acuti rinnovatori della canzone melodica. In seguito il gruppo ha ripiegato su quello stesso pop che avevano contribuito a rendere obsoleto. In un certo senso, i Mary Chain hanno pero` coronato in tal maniera la loro missione, che era stata quella di ricondurre all'ovile pop anche l'eresia dei Sex Pistols.
Il gruppo si era formato in Scozia e aveva esordito con i singoli Upside Down (1984), Never Understand (1985), You Trip Me Up (1985), Just Like Honey (1985). Lo stile era sempre lo stesso: accordi elementari, ritornelli orecchiabili e riff arcinoti venivano stravolti dai feedback sguaiati della chitarra e immersi in atmosfere allucinate e lisergiche. La leggenda venne alimentata da una serie di esibizioni dal vivo sotto l'effetto di alcool e stupefacenti e da altre avventure scandalistiche."
Dear Jodie:
There is definitely a possibility that I will be killed in my attempt to get Reagan. It is for this very reason that I am writing you this letter now.
As you well know by now I love you very much. Over the past seven months I've left you dozens of poems, letters and love messages in the faint hope that you could develop an interest in me. Although we talked on the phone a couple of times I never had the nerve to simply approach you and introduce myself. Besides my shyness, I honestly did not wish to bother you with my constant presence. I know the many messages left at your door and in your mailbox were a nuisance, but I felt that it was the most painless way for me to express my love for you.
I feel very good about the fact that you at least know my name and how I feel about you. And by hanging around your dormitory, I've come to realize that I'm the topic of more than a little conversation, however full of ridicule it may be. At least you know that I'll always love you. Jodie, I would abandon the idea of getting Reagan in a second if I could only win your heart and live out the rest of my life with you, whether it be in total obscurity or whatever.
I will admit to you that the reason I'm going ahead with this attempt now is because I cannot wait any longer to impress you. I've got to do something now to make you understand, in no uncertain terms, that I'm doing all of this for your sake! By sacrificing my freedom and possibly my life, I hope to change your mind about me. This letter is being written only an hour before I leave for the Hilton Hotel. Jodie, I'm asking you to please look into your heart and at least give the chance, with this historical deed, to gain your love and respect.
I love you forever,
John W. Hinckley
Travis è disgustato da quello che considera il degrado morale che lo circonda e quando Iris (Jodie Foster), una prostituta di 13 anni (nella versione inglese 12), entra una notte nel suo taxi cercando di fuggire dal suo pappone, Travis diventa ossessionato dall'idea di salvarla dal suo destino. La ragazza però non sembra affatto intenzionata a farsi aiutare [...]Ma guarda un pò le coincidenze nella vita!!! Ovviamente non finisce mica qui; c'è un lancio d'agenzia della Associated Press curioso:
Travis, sempre più solo e disperato, decide di comprare delle pistole e con queste di uccidere il senatore Palantine durante un comizio all'aperto: perché egli rappresenta tutta l'ipocrisia della società americana, i nemici che ha sempre tentato di combattere e che non ha mai avuto il coraggio di affrontare.
AP, March 31/81. La famiglia dell'uomo che ha tentato di assassinare il presidente Reagan è conoscente della famiglia del vicepresidente George Bush e ha fatto generose contribuzioni alla campagna elettorale di questo. Scott Hinckley, fratello di John Hinckley che avrebbe sparato al presidente, doveva cenare stasera a Denver in casa di Neil Bush, uno dei figli del vicepresidente. Neil Bush ha vissuto a Lubbock, Texas, per quasi tutto il 1978, ossia nella stessa città dove Hinckley ha vissuto dal 1974 al 1980.
(Era presente il fior fiore dei media occidentali.
Nessun articolo però è uscito, salvo un breve accenno (critico) in un editoriale del Washington Post.)
Sui missili che Bush vuol piazzare in Polonia: «Una volta installato tale sistema di difesa missilistica, esso funzionerà automaticamente entro l’intero sistema di capacità nucleare degli Stati Uniti. Sarà parte integrante della capacità nucleare USA. Per la prima volta nella storia - voglio sottolinearlo - ci sono elementi della capacità nucleare USA sul continente europeo. Ciò, semplicemente, cambia l’intera configurazione della sicurezza internazionale… naturalmente, dovremo reagire a questo».
E’ la pura oggettiva verità.
La dottrina nucleare americana ha superato il concetto di «deterrenza» per un nuovo concetto, che il professore di Harvard Thomas Schelling, economista premio Nobel, ha chiamato «compellenza»: Washington non si dota di nuovi mezzi per «dissuadere» (se mi spari, io sparo a te), ma per «costringere» (se non fai quello che voglio io, ti sparo).
E volge questa minaccia alla Russia, dotandosi di una capacità di lanciare un primo colpo atomico senza dover temere la risposta.
Putin: «Azioni unilaterali e spesso illegittime non hanno risolto alcun problema. Anzi, hanno causato nuove tragedie umane e creato nuovi focolai di tensione. Giudicate voi stessi: guerre e conflitti regionali e locali non sono diminuiti. Si muore più di prima: notevolmente di più, notevolmente di più!».
«Oggi assistiamo ad un quasi incontrollato iper-uso della forza, forza militare, nelle relazioni internazionali, forza che sta precipitando il mondo in un abisso di conflitto permanente».
«Assistiamo a un disprezzo sempre crescente per i principi del diritto internazionale. Norme legali indipendenti diventano sempre più simili, di fatto, al sistema di diritto di uno specifico Stato. Uno Stato, prima e più di tutti gli Stati Uniti, ha scavalcato i suoi confini nazionali in ogni modo. Questo è visibile nelle politiche culturali, economiche, educative che impone alle altre nazioni. A chi piace questo? A chi sta bene?».
«Ogni giorno di più, nella politica internazionale vediamo la tendenza a risolvere ogni dato problema secondo i processi della cosiddetta convenienza (expediency), in base al clima politico attuale. Naturalmente ciò è estremamente pericoloso. Ne risulta che nessuno si sente sicuro. Sottolineo: nessuno si sente sicuro. Perché nessuno sente più il diritto internazionale come un solido muro che lo protegge. E questo ovviamente stimola una corsa agli armamenti» [Le spese militari nel mondo sono cresciute del 37% in un anno, ndr].
«Sono convinto che abbiamo raggiunto il momento decisivo in cui dobbiamo pensare sul serio ad una architettura di sicurezza globale».
«Noi abbiamo evacuato tutto il nostro armamento pesante dalla zona europea della Russia e le abbiamo posizionate oltre gli Urali. Abbiamo ridotto le nostre forze armate a 300 mila uomini. Abbiamo compiuto molti altri passi richiesti dal Trattato Adattato sullo Forze Convenzionali in Europa (ACAF). Ma cosa vediamo in risposta? L’Europa dell’Est riceve nuove armi, due nuove basi militari sono in costruzione in Romania e in Bulgaria, e ci sono due nuove aree di lancio di missili, un radar in Cekia e un sistema missilistico in Polonia. E noi ci chiediamo: cosa sta accadendo? La Russia disarma unilateralmente. Ma se noi disarmiamo unilateralmente, vorremmo vedere nei nostri partner la volontà di fare altrettanto in Europa. Al contrario, l’Europa viene riempita di nuovi armamenti, d nuovi sistemi d’arma. Non possiamo fare a meno di essere allarmati».
[…]
«Siamo forse noi che ci rimangiamo il trattato sui missili balistici intercontinentali (ABM)? Noi dobbiamo reagire a quello che i nostri partner fanno. Lo abbiamo detto loro già due anni fa: non fatelo, non c’è bisogno. Cosa state facendo? Voi state distruggendo il sistema di sicurezza internazionale. Dovete capire che ci forzate a prendere contromisure… Non ci hanno ascoltato. Poi sentiamo che loro sviluppano nuove testate nucleari a bassa potenza… abbiamo detto loro: ci sono mezzi migliori per combattere il terrorismo che creare armi atomiche a bassa potenza e abbassare la soglia d’uso di armi nucleari, perché questo mette l’umanità sull’orlo della catastrofe atomica. Ma essi non ci ascoltano. Essi non cercano un accordo. Il loro punto di vista sta tutto in una frase: chi non è con noi è contro di noi.
«Certa gente ha l’illusione di poter fare quello che vuole, in spregio agli interessi di altri Stati. E’ appunto per questo che la situazione internazionale peggiora ogni giorno e finirà in una corsa agli armamenti. Ma non siamo noi ad istigarla. Noi non la vogliamo. Perché dovremmo desiderare di deviare delle risorse in armamenti? E noi non peggioriamo i nostri rapporti con alcuno. Citatemi un caso di una nostra azione per peggiorare il clima internazionale. Non ce n'è nessuno. Ma dobbiamo rispondere».
E qui Putin ha detto che dovrà decidere «quali mezzi precisamente adottare per poter distruggere le istallazioni che i nostri esperti ritengono una minaccia potenziale per la federazione russa».
Questa è la frase che è stata tradotta dai media occidentali come «la minaccia di Putin di puntare i suoi missili sulle città europee».
La misura è davvero colma. Sul sito di Repubblica è apparsa questa notizia:
Tesi:
un gruppo di persone, animate da piccole ambizioni personali, dopo aver fallito la carriera lavorativa, si fa eleggere in parlamento e vive sulla "refurtiva fiscale", deroga al sacro diritto di proprietà in nome dell'idea, troglodita, "STATO E' BUONO, PRIVATO E' CATTIVO", occupando il dibattito politico con questioni di minima importanza.
Ipotesi:
Esiste un trade off tra libertà ed uguaglianza.
dunque
La libertà, principio e fine del liberalismo, è FORTEMENTE condizonata dal sistema economico, tramite il prelievo fiscale (in un certo senso coatto) .
Il socialismo reale, per fare un esempo, elimina la libertà per ottenere l'uguaglianza (ovvero priva gli uomini delle risorse e del loro accumulo tramite l'abolizione della proprietà privata; questo semplificando molto).
I diritti politici compaiono per la prima volta in Inghilterra, quando il re chiese al Parlamento nuovi tributi (e Cromwell fa la rivoluzione. In cosa consistevano le richieste del parlamento? Nell'approvazione del bilancio statale). Lo stesso succede in Francia nel 1789 (il re convoca gli Stati Generali per chiedere soldi), per non parlare del "no taxation without representation" – principio cardine della rivoluzione delle colonie Americane. Il rapporto tra fiscalità e politica raggiunge il suo “punto d’arrivo” col suffragio universale, in cui si ribalta uno dei rapporti più duraturi della Storia umana: per la prima volta infatti le decisioni non sono prese da un ristretto numero di persone, possidenti e finanzieri, né da un numero un po’ più largo di contribuenti. Per la prima volta il numero di elettori è maggiore di chi paga le tasse. E dunque, grazie a questa sovrarappresentanza, si impone la tassazione progressiva (nell’800 la tassazione era prevalentemente sui consumi, ovvero regressiva), strumento fondamentale del Welfare state.
Sostengo che quest’ultimo, lungi dall’essere uno strumento per il “bene del popolo”, fu l’unico modo di salvare il capitalismo e i suoi padroni. Dopo il '29 il principio originario del "laissez faire" venne sacrificato in toto in favore dello stato sociale: una macchina enorme e SENZA FRENI – vedremo perché - per la redistribuzione ARBITRARIA delle risorse da parte dello stato centrale, allo scopo di sostenere i CONSUMI delle masse (senza il quale il capitalismo non è possibile: bisogna infatti ricordare che, mentre il commercio è sempre esistito nella storia, più o meno, il libero mercato interno competitivo è una creazione moderna).
L'esistenza di diversi tipi di liberalismo, è possibile grazie al fatto che le democrazie, TRAMITE IL PRELIEVO FISCALE (tasse, imposte, dazi, licenze, ecc. ecc.) ED IL SUO USO, possono aumentare il grado di libertà a scapito dell'uguglianza e viceversa. (Ovviamente potrebbe anche aumentare il grado di libertà a parità di prelievo, ma questo è un discorso che riguarda esclusivamente l'efficienza dell'impiego delle risorse, ovvero strettamente economico). In Italia abbiamo una tassazione di circa, approssimiamo, il 50%. Una pressione fiscale spropositata. Il Berlusca, mentendo allegramente come al solito, promette una riduzione delle tasse, e "riesce ad abbassarle" di un misero 3%. C'è così tanta differenza da poter dire di essersi spostati nel trade off uguaglianza-libertà, ovvero il rapporto che definisce la scuola di pensiero liberale a cui ci si rifà? Una tassazione indiretta (e pertanto regressiva) del 20% è compatibile con un liberalismo che non faccia pesanti compromessi con l'uguaglianza?.
Ma non sarebbe in ogni caso possibile compiere sccelte politiche in grado di spostare effettivamente il punto di equilibrio tra uguaglianza e libertà?
No. I sistemi economici hanno bisogno di stabilità per funzionare e garantire l'efficienza allocativa che ne è la giustificazione. I conti pubblici delle potenze occidentali, condizionati dal debito pubblico e dallo squilibrio nei conti intergenerazionali ( i non ancora nati non godono di rappresentanza politica e storicamente si è sempre scaricato su di loro il peso del debito; fortunatamente per la storia l'economia reale cresceva a ritmi più sostenuti rispetto ai tassi di interesse nominali) non consentono assolutamente grandi manovre nella politica economica per due motivi:
- reazione negativa dei mercati finanziari che, dagli anni '80 in poi, hanno mostrato di non fidarsi delle interferenze politiche nell'economia: tutto ciò si traduce in un declassamento del debito italiano (non in un rialzo dei tassi perchè siamo dentro eurolandia, ma rende più difficile vendere i titoli di stato, non potendo compensare il declassamento con un rialzo dei rendimenti. Difficoltà cioè ad attrarre investimenti.)
-la non indipendenza della politica monetaria. Infatti un paese può perseguire al massimo 2 di questi 3 obiettivi (cd political trilemma):
- un tasso di cambio fisso;
- la libertà dei movimenti di capitale;
- l’autonomia della politica monetaria.
ed eurolandia ha scelto i primi due. Difficile effettuare grandi cambiamenti nella politica fiscale senza il controllo della politica monetaria. Addirittura: la mancanza di politiche fiscali uniformi è stata alla base del fallimento delle unioni monetarie della storia (es l'unione monetaria Latina). Rischia anche di essere la fine dell'Euro in caso di crisi seria (cfr Niall Ferguson "Cash NExus"). Ciònonstante, volendo evitare la disgregazione della neonata moneta unica, è importante che gli SM dell'Europa discutano insieme le politiche fiscali.
Per i motivi elencati, ma non sono i soli, le politiche fiscali si possono modificare in percentuali davvero irrisorie, non consentendo pertanto grossi cambiamenti in un termini di uguaglianza/libertà, ovvero all'interno dei liberalismi.
Non si può fare a meno di chiamare in causa l'economia poichè, a partire dal XIX secolo essa è divenuta, per la prima volta nella storia, disembedded, "staccata" dal corpo sociale e quindi non plasmata più totalmente da esso, ma modificata e modificatrice allo stesso tempo, fine e strumento (può esserlo pertanto di una dottrina politica sia liberale che totalitaria). L'industrialismo è il presupposto di tutto ciò (matrice comune di comunismo e capitalismo).
Quello che si sta producendo oggi in politica, soprattutto sotto una bandiera liberal, è il riconoscimento di una serie di diritti di scarso valore (nozze gay, eutanasia, divorzio, aborto). Spiego meglio quest'ultima affermazione:
riconoscere un diritto particolare è pericoloso perchè significa che lo Stato potrebbe anche non riconoscerlo. Inoltre il riconoscimento arriva sempre quando il diritto ha già in sè la forza di affermarsi (Nietzsche). In tal senso gli strumenti democratici sono subdoli: allungano i tempi dell'affermazione di tale diritto particolare richiedendone una formalizzazione. E moltiplicando diritti che somigliano sempre più a privilegi ("la tutela delle minoranze"). Quello che un vero Stato liberale dovrebbe fare sarebbe non "impicciarsi" - passatemi il termine - delle questioni etiche (dalla droga ai casi citati prima: libertà appunto), e soprattutto restituendo con l'altra mano i soldi ai cittadini (limitandosi alle funzioni assistenziali minime; tra cui ad esempio non è detto rientrino le pensioni), ovvero restituendo loro il principale strumento di potere in un'economia di mercato. Ciò che fa, invece, è aumentare il prelievo decidendo arbitrariamente quali minoranze di pensiero tutelaree quali no; le logiche di queste scelte poi, non legittime a priori IMHO, sono prevalentemente elettorali e di lobby.
-Ma lo stato deve tutelare i cittadini! -, direte, - e ha bisogno dei soldi per questo -. Innanzi tutto non vi sono ragioni per affermare che i cittadini non possano auto organizzare la propria tutela localmente. Inoltre l'evoluzione storica verso la forma statale non mostra questa tendenza alla tutela, ma compromessi che il potere fa col popolo per il potere, che tende a perpetuare se stesso. La società deve esprimere l'etica, non lo Stato. Definendosi laico ha infatti ha rinunciato a questo. Ma non alla propaganda.
Conclusioni è pericoloso trarne da questa scarna analisi, mi limito a ribadire la validità della tesi iniziale.
“Only unfulfilled love can be romantic.” - Woody Allen.